Ma la guerra non era terminata? Con buona pace di vincitori e vinti? La fine della guerra veniva datata al 30 maggio 2003. Senonchè, a distanza di due anni, siamo nel giugno 2005, il Signor Sindaco trasmette, per opportuna conoscenza, al soldato giapponese copia sentenza TAR Sicilia, con la quale veniva consentita la cumulabilità tra indennità sindacale con quella parlamentare.
Certe volte i TAR sbagliano anche di fronte all’evidenza della legge.
Il messaggio del Sindaco era chiaro, voleva essere un ammonimento per il povero soldato a che la prossima volta imparasse a stare zitto e non disturbare il manovratore.
Ma il soldato, fermamente convinto di quanto asserito in campagna elettorale perché confortato dalla legge, anziché arrendersi, intraprende una battaglia solitaria. Infatti, in data 03.08.05, invia alla Regione Sicilia e alla Corte dei Conti una lettera per sollecitare il ricorso al C.G.A. affinché venisse appellata quella incredibile sentenza per ristabilire la volontà del legislatore siciliano.
Il C.G.A., in barba ai suoi voraci colleghi sindaci deputati che adesso dovranno restituire il maltolto alle casse comunali, accoglieva l’appello proposto dalla Regione Sicilia con sentenza n. 320, enunciando, inequivocabilmente e in via definitiva, che il divieto di cumulo tra indennità di funzione del deputato regionale e quella sindacale trova come referente normativo l’articolo 14 della legge 816/85.
Soltanto l’ingordigia di alcuni suoi colleghi sindaci deputati poteva sollevare una questione che era chiara sin dal lontano 1985 e che non aveva motivo di essere.
Trovo riprovevole il comportamento arrogante di certa classe politica che mai sazia, rivendica per sé sempre di più, anche in spregio alla legge: ciò grida offesa a quei lavoratori che, a stento, riescono a sbarcare il lunario.
Alla luce di quanto sopra esposto non era un dovere morale per il buon soldato informare i propri concittadini e, nel contempo, riscontrare la sua del 28.06.05?
Affermare, quindi, che il contratto stipulato dal Signor Sindaco con gli elettori in occasione delle elezioni 2003 fosse ingannevole e nullo non è la sacrosanta verità? Nullità prodotta dalla mancanza di un elemento essenziale necessario al contratto e cioè l’inesistenza del suo diritto a percepire l’indennità sindacale - da che mondo - nessuno può rinunciare ad una cosa che non gli spetta.
Esporre i fatti così come si sono succeduti e portarli alla riflessione dei propri concittadini non credo possa costituire astio personale nei suoi confronti - semplicemente ho voluto introdurre elementi di dibattito per la prossima campagna elettorale affinché la chiarezza dei temi da trattare prenda il sopravvento e non l’ambiguità.
Quando i vecchi regimi comunisti erano a corto di argomentazioni da contrapporre all’avversario si trinceravano con risposte simili alle sue: vile attacco al popolo e alla dittatura del proletariato.
Suvvia, non metta l’aureola del martire perché sa benissimo che in tutti i miei interventi ho sempre affrontato questioni politiche, rifuggendo i personalismi che ho sempre considerato meschini ed abbietti.
I risentimenti, il livore, gli attacchi personali sono abiti del suo guardaroba che a me stanno stretti, i fatti che sostengono questa mia affermazione sono facilmente riscontrabili attraverso la lettura di atti ufficiali accessibili a tutti: mi riferisco alla nota vicenda del dirigente dell’area amministrativa che non ha capito che la privazione della sua dirigenza era un atto di buona politica e ottima amministrazione, peccato che non lo abbia nemmeno capito la magistratura del lavoro - questo atto di buona politica è costato alle casse comunali ben 30.000,00 euro. Di ciò ne dovrà rendere conto ai cittadini di Cianciana.
In relazione alla proposta di rinuncia a tutte le indennità di carica ho idee ben chiare in merito e non mi si può accusare di demagogia, quello è un mestiere che lascio volentieri ai professionisti della politica; è stato sempre mio costume far seguire alle idee i fatti, fatti facilmente riscontrabili attraverso la lettura di atti ufficiali accessibili a tutti: nota del sottoscritto al Sindaco di Cianciana in data 30.06.1999, assunta al protocollo al n. 6381, avente ad oggetto: “dimissioni da esperto del Sindaco - rinuncia al compenso spettante”. In quella lettera si diceva, tra l’altro: “e nella speranza che il mio gesto possa costituire un esempio per quanti giovani e meno giovani credono ancora che l’impegno politico debba rappresentare innanzitutto dedizione spassionata e sincera ai gravi problemi del paese, rinuncio alle mie spettanze per l’attività svolta pari a Lire 12.000.000.
Ciò è demagogia? Ha attinenza con i fatti della politica?
Lascio il giudizio ai cittadini di Cianciana.
Cianciana, 6.12.2007
Distinti saluti
Dr. Alfonso Marino