Un sussulto scuote la platea quando sul piccolo schermo della sala valdese giganteggia l' immagine del Garofano in cima al Monte Pellegrino. «Com' era bello», si lascia sfuggire un «compagno» commentando l' emblema del congresso del Psi di Palermo del 1981.
Il brusio diventa applauso per la solenne chiamata di correo pronunciata da Craxi alla Camera, in piena Mani pulite: «Spergiuro chi nega le tangenti». I socialisti siciliani ripartono dall' icona di Bettino, in occasione del nono anniversario della scomparsa del leader. E ad assistere al cortometraggio sulla vita di Craxi c' è un pezzo della Prima Repubblica, anzi della Prima Regione. di cronaca) EMANUELE LAURIA Ci sono, fra gli altri, due ex assessori regionali quali Giovanni Palillo e Turi Lombardo, due dei protagonisti di quest' ultimo tentativo di riunificazione delle anime socialiste. La bandiera è quella del Ps, formazione guidata al presidente del consiglio regionale toscano Riccardo Nencini, nata dalla fusione dello Sdi, dei distinti Psi di Bobo Craxi e De Michelis, della componente degli ex Ds che faceva riferimento a Gavino Angius.
In Sicilia il segretario è Palillo, vecchia gloria nota per la generosità, per la capacità di mediazione e per qualche strafalcione linguistico (tipo «Abbiamo un albume di speranza» o «La spada d' Adamocle incombe su di noi») che l' ex dc Sciangula raccolse in un compendio beffardo dato alle stampe. Palillo era scomparso dalla scena nel 1996 quando, passato fra i diniani, non venne candidato alle Regionali per quella che ritenne una manovra ostile dell' ex sottosegretario Angelo Giorgianni. è stato eletto al timone del Ps siciliano a dicembre, in modo quasi unanime, quando i notabili siciliani in contrapposizione capirono che bisognava rimuovere il vecchio adagio («se ci sono due socialisti, esistono tre correnti») e occorreva giocoforza trovare un' intesa per interrompere, in nome dell' autonomia, il commissariamento da parte di Bobo Craxi.
Così, per intenderci, l' ex sottosegretario Raffaele Gentile, vicino a Boselli, rinunciò a portare avanti un suo delfino (il messinese Giuseppe Chiofalo) e Lombardo, dal canto suo, accantonò la candidatura di Michele Costa, ex assessore alla Legalità al Comune di Palermo. A quel punto la scelta è caduta su Palillo, che porta con sé esperienza (la propria e quella di un altro lontano frequentatore dell' Ars come Luigi Granata) ma anche i voti di famiglia. La moglie di Palillo, Rosalda Passarello, è infatti assessore della giunta Zambuto ad Agrigento, sopravvissuta pure al celebre cambio di casacca del sindaco ragazzino eletto con i voti dei Ds nel 2007 ma poi folgorato da Berlusconi. Oggi il Ps, precisa Gentile, è «una forza che punta soprattutto a un forte radicamento nel territorio». «Autonomista ma collocata saldamente a sinistra», rimarca Turi Lombardo per prendere le distanze dall' Mpa e soprattutto dal suo capo. L' ex assessore regionale, non a caso, nelle sue note ufficiali non resiste al vezzo di negare l' omonimia con il più famoso governatore siciliano, chiamandolo ironicamente «Raffaele L.». Proprio così. In questi distinguo c' è anche il dispetto per una campagna acquisti, quella dell' Mpa, che ha saccheggiato il nascente Ps. Sono andati via esponenti di peso come Maurizio Ballistreri, ex capogruppo all' Ars di Uniti per la Sicilia, e il sindaco di Patti Giuseppe Venuto. Ma i socialisti hanno pagato dazio anche al Pd. Un nome su tutti, quello dell' ex ministro Salvo Andò, oggi rettore della Kore di Enna, approdato tra i democratici su invito del senatore Mirello Crisafulli.
E si potrebbe aggiungere la beffa della famiglia Barbalace: Nicola, nipote di Francesco a sua volta nipote dell' ex ministro Nicola Capria, è transitato nel Pd subito dopo essere stato eletto al consiglio comunale di Messina in una lista socialista. Oggi, il Ps è soprattutto un insieme di potentati locali. Non può vantare amministratori nei Comuni dei capoluoghi (tranne Agrigento), ma ha un consigliere in sei Province su nove e tre sindaci di medi e piccoli centri: Salvatore Buttigè a Riesi, Giorgio Luigi Mulè ad Alessandria della Rocca e l' ex deputato regionale Salvatore Sanzeri a Cianciana, anche se quest' ultimo, proveniente dallo Sdi, è in posizione critica verso l' esperienza siciliana del Ps.
Che il Garofano sia finito, ancora una volta in un vaso di coccio? «Noi siamo convinti che questo partito possa avere un ruolo importante, vista la crisi del Pd, soprattutto in Sicilia, e la moria dei partiti della sinistra», risponde Palillo. Ma c' è la tagliola del 5 per cento, imposta dall' Ars anche per le elezioni amministrative, che obbligherà il Ps ad allearsi con altri piccoli partiti del centrosinistra: «Tenteremo di replicare l' esperienza di Uniti per la Sicilia ma limitandoci ad alleati più compatibili con la nostra storia socialdemocratica - dice Gentile - Rifondazione Comunista? Ha fatto sapere che non ci vuole stare». Eccoli, i socialisti ancora sulla breccia. Una lacrima davanti alle immagini dell' esilio di Craxi ad Hammamet, ma guai a citare la parola nostalgia.
«C' è ancora futuro per una forza che si ispira al socialismo europeo», dice Lombardo che per voltar pagina ha promosso la linea verde nel partito a Palermo: il coordinatore provinciale Antonio Matasso ha 26 anni, il segretario cittadino Roberto Sajeva ne ha 23, il responsabile dell' organizzazione Gianfranco Scavuzzo soltanto 20. Universitari che erano bambini quando Craxi usciva fra le monetine dal Raphael. Nel suo personale pantheon, fa sapere Matasso, non c' è Bettino: «No, io ci metto Turi Carnevale e Placido Rizzotto, sindacalisti uccisi dalla mafia».
E un altro giovane, Carlo Li Puma, a contrada Raffo di Petralia Soprana, ha fondato una sezione del Ps: 27 iscritti su 250 abitanti. Percentuali della Milano da bere, nel cuore delle Madonie: anche da qui parte l' ultima scommessa socialista.
- EMANUELE LAURIA
Repubblica — 21 gennaio 2009 pagina 1 sezione: PALERMO