Altri impianti rilevati dalla cartografia trattata, sono le cosiddette Fascellerie o Vascellerie, anch'esse poco documentate e di cui non è stato agevole determinare la precisa funzione.

Nella planimetria di Giovanni Del Frago del 1775 ne vengono rilevate due, entrambe di poco esterne ai confini di Sant'Antonino; la prima in prossimità del vallone Ciniè, la seconda nel feudo dell'Assolicchialora.

Sono graficamente evidenziati i recinti esterni che racchiudono delle aree alberate con piccolo fabbricato al centro ed al contorno una sorta di canneto con le piante raggruppate in ampi fasci.

L'unico documento rinvenuto riporta una testimonianza dell'agosto 1779, su un'incursione di 24 persone al comando del Governatore di S. Biagio, avvenuta qualche giorno prima in una fascellarie del fiume Turvoli, per distruggere la canalizzazione che vi adduceva l'acqua.

 

Dal disegno e da questa descrizione appare verosimile che potesse trattarsi di strutture per la lavorazione di piante filamentose (giunghi, dise, bude, canne, etc.), con l'utilizzo di grandi quantità di acqua per la messa a mollo e l'ammorbidimento.

 Le fibre a loro volta servivano per la realizzazione di ceste, panieri, cufina, etc.., ma anche per le cannare che, insieme ai palaccioni, probabilmente ricavati dai pioppi, venivano utilizzati per le limitrofe pescarie.

 

 

Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana.  Storia di una città di nuova fondazione", anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, che non coincidono con la data di fondazione ufficiale, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro tratta dell'architettura, dell'archeologia, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex rete ferroviaria.

Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.