All’interno dell’intelaiatura generale del sistema urbano, impostata come si è detto, sull’asse centrale, la morfologia dell’impianto si sviluppa a pettine, con isolati a stecca dotati di spina centrale. Risultava la più semplice e la meno dispendiosa, tra quelle utilizzate in quel periodo, in quanto le singole cellule, ad eccezione delle testate, avevano ben tre muri in comune.
Di converso va rilevato che, a causa di tale disposizione i posti casa pativano igienicamente del mancato riscontro d’aria, essendo dotate di un solo affaccio esterno.
Gli isolati erano ordinati con il lato lungo parallelo alle curve di livello; tale disposizione risultava favorevole allo scolo delle acque ma anche allo smaltimento dei reflui, stante che solo agli inizi del XX secolo, a Cianciana, ancora prima degli altri comuni dell’isola, verranno realizzati gli impianti cittadini di smaltimento fognario.
Le abitazioni contadine, estremamente povere, erano dimensionate su un modulo di circa 6 metri, corrispondente a 3 canne per lato, che determinava una larghezza dell’isolato pari a circa 12 metri. Erano quasi tutte ad unico livello e di un solo vano, con apertura esterna abbinata ad una piccola luce. All’interno era costante la presenza del focolare, frequente quella di un piccolo soppalco, nella zona più interna, raggiungibile con scala a pioli, destinato alla conservazione del grano e di altri prodotti alimentari per il consumo familiare. La vita notturna vi si svolgeva in promiscuità con gli animali, da soma e da cortile.
Le aperture presentavano un doppio sguincio laterale per favorire l’accesso in particolare degli animali. Le coperture a semplice falda, con struttura lignea e pianali in cannucciato, spesso legate da un getto di gesso, venivano rivestite con un tegumento in coppi, detti canali. Veniva anche utilizzata a mò di grondaia la fila terminale di questi, molto aggettante e sostenuta da una teoria disposta a rovescio, determinando una particolare soluzione tecnica e formale che escludeva l’utilizzo della grondaia, che ove esistente era in cotto con pluviali dello stesso materiale.
Unica concessione al gusto era rappresentata dall’uso di dipingere con una tinta molto forte, turchino scuro, l’azzolo, alcune parti del prospetto, in sostituzione degli ornati architettonici..
Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana. Storia di una città di nuova fondazione", Anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.
Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, Che non coincidono con la data ufficiale di fondazione, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro Tratta dell'archeologia dell'architettura, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex Rete Ferroviaria.
Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.