Il quadro gestionale e di sfruttamento del territorio agricolo, come si è visto, rimase sostanzialmente immutato nei due secoli che rappresentano formalmente il periodo feudale di Sant’Antonino, 1646-1812, dalla fondazione del paese all’abolizione della feudalità, pur se è noto che quest’ultimo avvenimento non rappresentò nell’immediato una concreta inversione di tendenza.
Attraverso l’indagine sia sul territorio sia negli archivi, è stato possibile riscontrare i modi, i luoghi e le strutture attorno alle quali si organizzava la produzione.
Base del sistema era il centro abitato, la cui funzione primaria, nei modi che verranno di seguito descritti, era quella di alloggio dei contadini e delle loro famiglie per la coltivazione della terra.
Le strutture deputate alla gestione dei territori più lontani ai centri erano le masserie, vere e proprie strutture aziendali; alcune di queste, di grande dimensione, svolgevano la loro funzione in completa autonomia rispetto agli abitati; altre già presenti sul territorio prima delle nuove fondazioni hanno costituito il nucleo attorno al quale si sono sviluppati taluni centri.
Nell’agro ciancianese la masseria attorno alla quale è stato fondato il nucleo urbano di Sant’Antonino è quella ancora oggi individuabile nel “Cortile Di Maria”. All’esterno sono state identificate le strutture supertiti di masserie, tra le quali il Casale Bissana.
Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana. Storia di una città di nuova fondazione", anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.
Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, che non coincidono con la data di fondazione ufficiale, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro tratta dell'architettura, dell'archeologia, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex rete ferroviaria.
Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.