Il dato di novità emerso dalle ricerche è relativo al riscontro di una serie di impianti, ma anche di colture, pur se in prevalenza di modeste dimensioni, che tuttavia possiedono, in aggiunta al loro importante valore storico-testimoniale, potenzialità in grado di determinare caratterizzazioni di peculiarità ambientale e tipicità territoriale e paesistica, ma soprattutto di testificare un rapporto vivo e fecondo tra gli abitanti di Sant'Antonino ed il loro fiume.
La seguente cartografia trae le premesse da una accesa controversia tra due nobili: Agesilao Bonanno Principe di S. Antonino di Cianciana, Duca di Castellana e di San Biagio e Federico Napoli e Barresi, Principe di Resuttano e Signore di Alessandria, entrambi proprietari di alcuni territori percorsi dal fiume Platani.

Con un "Memoriale" inviato il 16 Aprile 1774, al Tribunale della Magnae Regiae Curiae Sedis Criminalis, il Principe di Resuttano, Signore di Alessandria, denuncia una presunta ingiustizia perpetrata ai suoi danni dal Governatore di Cianciana, Antonino Conti. Detto Governatore, in data 22 Marzo 1774, avrebbe inviato alcuni suoi subalterni sulla riva del fiume Platani, precisamente nel punto d incontro con il fiume Turvoli ai confini dell'Isola chiamata della Comunia per rimuovere d'autorità tutte le attrezzature (concio e cannare), di cui si avvaleva il Duca di Resuttano per le attività di pesca e porvi le proprie[1].
Il principe di Resuttano, con quest'atto, si vide ovviamente privato del suo antico diritto di pescare e di utilizzare l'Isola detta della Comunia. Il contrasto nonostante un Memoriale inviato dal Principe di Sant’Antonino di Cianciana al Tribunale della Regia Gran Corte Civile, in difesa delle accuse mossegli ed a tutela dei propri diritti[2], non sembrò appianarsi, tanto che lo stesso Tribunale, diede ordine al Capitano di Alessandria e a quello di Cianciana di intraprendere misure atte a prevenire eventuali sommosse durante la causa di spoglio per il diritto di pescare nel fiume Platani[3].
I due Signori ritennero di risolvere la pendenza ricorrendo al giudizio di un perito e in data 27 Ottobre 1775, presso il notaio Ioachim Cristofori Cavarretta di Palermo, nominarono il Proingegnero Ioannis Del Frago per la elaborazione di una Planimetria e la stesura di una relazione che fornisse chiarimenti sui diritti territoriali da essi rivendicati. L'ingegnere viste le istruzioni inviate da detti pretendenti ed effettuato un accurato sopralluogo, durato una settimana, nel territorio segnalategli, realizzò una cartina che, oltre a fornire loro delle risposte esaurienti in merito alla richieste fatte, offre innumerevoli spunti per la conoscenza del territorio in questione[4].
Dalla documentazione consultata e dalla accurata analisi effettuata sulla complessiva cartografia rinvenuta nell'Archivio Spadafora, è presumibile che anch'essa sia connessa al lungo carteggio, inerente la pendenza sul diritto di pescare e sull'utilizzo dell’Isola detta della Comunia, tra Agesilao Bonanno principe di S’Antonino di Cianciana, Duca di Castellana e di San Biagio e Federico Napoli e Barresi, Principe di Resuttano e Signore di Alessandria, l’odierna Alessandria della Rocca.
[1] ASPA, famiglia Spadafora, vol. 540, f. 222, in appendice documentaria.
[2] Idem, ff. 28 - 29, in appendice documentaria.
[3] Idem, f. 24, in appendice documentaria.
[4] Idem, ff. 259- 270, in appendice documentaria.
Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana. Storia di una città di nuova fondazione", anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.
Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, che non coincidono con la data di fondazione ufficiale, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro tratta dell'architettura, dell'archeologia, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex rete ferroviaria.
Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.