Sample ImageIl territorio sul quale a partire dal 1646 venne fondato il borgo agricolo di Sant’Antonino era inizialmente composto dalla sola baronia di Cianciana, a cui era aggregato il Feudotto.

La superficie era così rappresentata:

- del feudo Ciancianìa ettari 1.394, are 14, centiari 75- del Feudotto ettari 123, are 29, centiari 03;della complessiva estensione di ettari 1.517, are 43, centiari 78.Il feudo Ciancianìa, gia Chincana, è il feudo proprio di S. Antonino; esso con il suo casale Chincana, faceva parte del contado di Cammarata, ma poi, distaccato nell’inizio del XIV, cominciò a far corpo da sè e diede la sede, dopo la caduta del casale, dapprima alla terricciuola di Cianciana e, in seguito, sparita anche questa, alla università di S. Antonino di Cianciana e poi alla data odierna semplicemente Cianciana.Il feudo Ciancianìa, coltivato allora a vigneti, alberi da frutto, ove vi erano innumerevoli zolfare e saline, era posseduto a piccoli lotti da soli ciancianesi.

Il Feudotto, posto nella parte meridionale di Cianciana, è una dipendenza del maggior feudo Ciancianìa ed è per questo che nei diplomi feudali assume il nome di sette aratati di terra dei membri del feudo di Ciancianìa, sin da quando ne fu distratto per la prima volta nel 1581, la quale denominazione esso conservò anche dopo, quando dopo poco tempo, nel 1584, venne riunito al feudo maggiore, finchè rimosso l’antico nome, prese quello di Fegotto ossia piccolo feudo.

Chiuso tra il feudo Ciancianìa e quello di Bissana, dista dalle sue Case poco meno di km. 1,857 dal Comune di Cianciana, dai quali abitanti allora era coltivato.In coerenza con la finalità del popolamento dei feudi, si rileva sin dalla fondazione del centro un utilizzo essenzialmente agricolo del territorio, indirizzato quasi esclusivamente alla coltura estensiva del grano, che detratta la parte per il fabbisogno interno, la rimanente veniva commerciata nei centri vicini ma soprattutto estratta dal caricatore di Agrigento e da quello di Sciacca, il trasporto continuava ad essere effettuato a dorso di mulo.

 

Tav. n° 34 – Feudi: E - Ciancianìa; D – Feudotto.I grandi feudi in prossimità dei centri abitati venivano lottizzati e dati a censo, al fine di incentivare l’insediamento e consentire l’impianto di talune colture specializzate per il consumo domestico.Poiché originariamente, fino al 19 luglio 1812, il feudo di Bissana apparteneva alla casa Napoli, la quale possedeva l’Università di Alessandria, ed il dazio sul consumo veniva pagato nella terra di Alessandria, contrariamente a quanto prescrivevano le leggi del 1780 che obbligavano il pagamento del dazio nella terra di S.Antonino, in quanto il feudo Bissana era nullius territorii.

 Così gli arrendatori del dazio di consumo, a Cianciana detti “li cunsumera”, di ambedue le terre, l’uno appoggiandosi alla volontà baronale dei Napoli, l’altro al diritto grammaticale, si contrastavano la giurisdizione finanziaria di quel feudo, quando alla fine dell’anno 1800 entrò terzo nella lotta il comune di Cattolica Eraclea, pretendendo, come paese per vicinanza uguale a Cianciana, di esercitarvi la sua giurisdizione tributaria, ad esclusione sia di Cianciana che di Alessandria.

Dimenticava così Cattolica, che se Alessandria era tenuta lontana da Bissana dall’intermedio territorio ciancianese, essa lo era tenuta lontana da un ostacolo più consistente quale era il fiume Platani, uno dei più consistenti della Sicilia, e che Cianciana oltre alla maggiore vicinanza univa una più comoda comunicazione, non interrotta nè da fiumare nè da montagne.

Senonchè il giusto diritto venne difeso da un Signore di Corleone appartenente alla famiglia dei Paternostro, che in quel periodo era affittuario del feudo di Bissana e che non potendo dare ascolto ala triplice pretesa di riscossione del dazio e anche coadiuvato dalla influenza del principe Petrulla, a quel tempo signore di Cianciana, seppe ottenere nell’anno 1803, dal tribunale del regio patrimonio, innanzi a cui i tre comuni avevano prospettato il caso, la dichiarazione che il feudo Bissana non dovesse riconoscere per sua università vicina che il solo comune di Cianciana.Ma il feudo Bissana ancora rimaneva autonomo e faceva capo alla famiglia Napoli per tutte le altre giurisdizioni, quali i diritti di perseguire i malviventi, della custodia sanitaria, come il conseguimento delle terze parti dei prodotti.

La famiglia Napoli vi godeva quindi il mero e misto imperio, cioè continuava ad esercitarvi la giurisdizione civile e criminale e non permise che i baroni delle università vicine menomassero in alcun modo i suoi diritti signorili.

Questa situazione di fatto si è protratta dal conte Ruggero, dall’anno 1077, al re Ferdinando IV Borbone, nell’anno 1812, anno di cessazione della feudalità, è da questa data che il feudo di Bissana appartiene al territorio del comune di Cianciana. 

Il territorio di Cianciana si compone attualmente:-  dell’ex feudo Cianciania, ettari 1.394, are 14, centiari 75;-  dell’ex Feudotto ettari 123, are 29, centiari 03;-  dell’ex feudo Bissana, ettari 2.183, are 10, centiari 89; della complessiva estensione di ettari 3.700, are 53, centiari 67. 

Prima della realizzazione della Strada Statale 118, Cianciana era collegata con gli altri centri limitrofi e con Palermo e Girgenti mediante le Regie Trazzere, queste le distanze che intercorrevano tra Cianciana e:

-  Alessandria della Rocca, km. 6.000;

-  Bivona, km. 12.000;

-  S. Stefano Quisquina, km. 15.000;

-  Palermo, km. 95.000;

-  Agrigento, km. 35.000;

-  Sciacca, km. 36.000;

Le distanze dopo la realizzazione della strada statale:

-  Alessandria della Rocca, km. 9.800;

-  Bivona, km. 20.000;

-  S. Stefano Quisquina, km. 25.700;

-  Palermo, km. 115.000;

-  Agrigento, km. 45.000;

-  Porto Empedocle, km. 51.000 

 

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Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana.  Storia di una città di nuova fondazione", anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, che non coincidono con la data di fondazione ufficiale, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro tratta dell'architettura, dell'archeologia, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex rete ferroviaria.

Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.