Si ha notizia ufficialmente online della Salina Chincana Contemporaneamente alle saline a causa di Cantarella e Platanella.

Tutte e tre le Saline sono ubicate Nella Valle di Mazara[1]::  la prima nel territorio di Cammarata e ubicata nel fondo di Cianciana;  La seconda posta nel feudo Mandravecchia presso il fiume Platani, nel territorio di Sutera; La terza nel feudo sito nel territorio della Città di, Platanella Agrigento.

Furono concesse dal Re Federico III d'Aragona, nel febbraio del 1361 uno Rainaldo Crispo, figlio di Antonio, fu legum doctor, iuris civilis professar, Giudice di Messina nel 1348-49, giudice della Gran Corte dal 1355 al 1374 e consigliere del conte Francesco II Ventimiglia nel 1367 e 1375. Ricoprì la carica di tesoriere regio Almeno dall'11 .2.1371 al 24.06.1375, ma con tutta verosimiglianza la mantenne fino alla morte avvenuta tra il 24.6.1375 e il 13.6.1376, data quest'ultima in CUI figura tesoriere Roberto Bonisfiliis. Sposo Giovanna Crisafi ed ebbe tre figli, Giacomo, Federico e Tommaso. Ottenne nel febbraio 1361 da re Federico IV di per sé ei suoi eredi Le Saline denominare Platanella (sita nel feudo omonimo in territorio di Agrigento), Cantarella (sita in territorio di Sutera), Chincana e (nel territorio dell'attuale Comune di Cianciana).

Dati Venne La concessione con la clausola Che in tempo Qualunque potesse la Reggia Corte ripigliarsi le compensando il PROVENTO in altrettanti, Saline beni.

Il privilegio si trova registrato in cancelleria nel libro degli anni 1360-66.

Dagli antichi geografi, Specialmente Arabi, e Dagli storici dell'Isola Risulta Che il monte era Platanella sito alla destra del fiume Platani ed alla sinistra del fiume Magazzolo, distava 6 miglia dal mare, 10 da Caltabellotta e 20 da Agrigento; Aveva Nella sua Sommità Il fortissimo casale Platani, tanta parte ebbe Che Nelle Vicende e musulmane dell'Isola Che Nella conquista Normanna Venne concesso in feudo alla Chiesa di Palermo.

Dopo Rinaldo Crispo, Che ne fu il primo Feudatario, Le Saline tre ai tempi di re Martino I si trovavano in Possesso del dottore Tommaso Crispo, DA CUI passarono, da padre in figlio, Niccolò prima uno, poi uno infine Giorgio -1453 - e uno Niccolò II, minorenne morto, onde se ne Investi il secondogenito, Carlo Crispo, Che Morì senza figli, e Diede luogo al dominio di Francesco Omodei, discendente di Giovanella Crispo -1.466 -.

Francesco Omodei era figlio di Caterina Ventimiglia (moglie di Paride Omodei) figlia di Giovannella Crispo (sposa di Francesco Ventimiglia), il padre di Stato Giovannella era dottore Tommaso Crispo, possessore delle saline ai tempi di re Martino I.L'Omodei non ebbe figli maschi, così le saline vennero ereditate Dalla figlia Virginia, la quale, Dopo la morte del marito Gilberto Bologna, prendeva la investitura feudale -1.493 -.Virginia Omodei donava la baronia della salina Cantarella, comprendeva Che puro Le Saline Chincana e Platanella, a suo figlio Francesco di Bologna, signore di Sambuca -1516 -, Che alla sua morte lasciava a suo figlio Gilberto II -1556 -, dal Erano Quale trsmesse uno Vincenzo Marchese di, Bologna Marineo. COSTUI Pero la vendeva uno Niccolò Montapert -1.597 - Che poi ne Faceva rinunzia A favore di Suo figlio Pietro -1.607 -.L'ubicazione della Salina Chincana si trova descritta per la prima volta nell'atto di vendita del Feudo oggi ricadente nel territorio di, Misilcassimo Ribera. Dalla descrizione effettuata dei confini del Feudo notiamo Che essa era collocata una Contrada Della Valle Albano. Ubicata nel Nuovo Catasto Terreni nel foglio di mappa n ° 8.Certezza della sua collocazione è la denominazione della strada vicinale Che è propriamente detta se non per la, Salina Presenza della Salina Chincana.L'atto di vendita del Feudo Misilcassimo VENIVA Rogato dal notaio Gerardo Calandrino da Sciacca il 28 dicembre 1398. Nella descrizione dei confini del suddetto feudo si fa riferimento alla Salina Chincana:«Et persistente in Possessione dicta inclita Infantissa Aleonora tutricis dicto nomine dicti Feudi et Baronie iuribusque Misilcassimi Castro cum omnibus suis università insieme esistente debitrice inclita ipsa tutricis dicto nomine iurisrelecijregie Curie mortem debiti ab dicto condam Comitis Nicolaide ratione Peralta suorum Comitatuum Baronia (...) terrarum feudorum et castrorum eius ipsius hereditatis pro satisfactione nec non et necessitatum aliarum feudum ipsum eius cum Misilcassimi Castro, et cum terminis infrascriptis limitibus, inclita ipsa infantissa Eleonora tutricis dicto nomine vendidit ed alienavit Adelitie uxori Bernardi Berrengarij de Perapertusa Camere ipsius Regine familiari pro pretio quinquaginta uncie sexcentarum ammende vero ac temini sive limites ipsius Feudi Misilcassimi sunt de infrascritte videlicet incipiendo uno Castro et Casali vocatur preditto, per la mita diretta iuxta feudum quod yagiri et decorrendo versus septentrionem per limitazioni limitazioni super dicte veterem Viridarium Turris Castri preditti per viam qua itur de Castro predicto ad nominatum quoddam territorium La gulfa dagagium includitur quod dicitur quod La Salina, Que via est media inter feudum dictum et feudum Carmonaci discurritur et usque ad lumen Magazoli et dicitur tendens versus orientem usque ad Castrum quod La Petra D'Amico flumen quod est medium inter feudum dictum feudum et quod dicitur Lo fegho di Santo Nicola et discorrendo da Petra D'Amico versus Meridiem discurritur quondam usque ad salinam que dicitur di La chincana et deinde discorrendo per vallonem vallonem usque meridiem confinando quodam cum inquilina feudo sic vocato, et sic usque discurrenda ammende territorij Montis di Sara condiscurrendo uno faldibus Montis di Sara portellam quamdam usque ad que vocatur di La Ruta... ».        Anche il frate Tommaso Fazello riferisce Nella sua Storia di Sicilia[2], Che: ".... Dista quattro miglia da Esso il grosso centro fortificato di Cammarata, illustre per il titolo di Contea, situato alle falde DELL'ALTISSIMO monte omonimo; Nel suo territorio c'è una miniera di sale."Sicuramente fa riferimento alla Salina Chincana.Gaetano Di Giovanni, in un Suo scritto, rappresenta Che il periodo di vendita della Salina di ottima qualità e vi era in abbondanza grande.[3] Nel 1479, il tredici di luglio, un certo Blasi Gallitano, Vassallo di Bivona, accusato viene, non si sa uno Quale titolo, dal conte di Cammarata di Aver cavato salgemma Dalla Salina di Cianciana e non da Quella di Cammarata.[4]Questa notizia evidenzia come la salina Fosse florida ed attiva.



[1] San Martino De Spuches F., La storia dei Feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia della Loro origine ai giorni nostri, Palermo 1924-1941.

[2] Tommaso Fazello, De Rebus Siculi, 1558.

[3] Gaetano Di Giovanni, Sulla strada nazionale da Bivona Girgenti.

[4] Archivio di Stato di Palermo, prot., Vol. 89, pagg. 157-158, lett. 13/07/1479.

 

Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana.  Storia di una città di nuova fondazione", Anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve descrizione dell'opera: Il libro si occu di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, Che non coincidono con la data ufficiale di fondazione, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro Tratta dell'archeologia dell'architettura,, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex Rete Ferroviaria.

Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.