Dalle prospezioni superficiali nel territorio si è individuato il posto ove era, ed è tutt’ora, ubicata la massa Cinciana.
La zona viene denominata “Ciancianìa”, ed è ubicata nei pressi dell’attuale cimitero comunale. In quest’area, circa 40 anni fa, sono stati rinvenuti una cisterna, una colonna alta circa un metro e forse di stile ionico e vari cocci e resti diversi, che sono stati di nuovo sotterrati.
Una “tegola” del periodo romano ritrovata in quest’area ha impresso un bollo, delle dimensioni di cm. (4.50 x 2.10) con la scritta “P. CLODI MACRI”, con le lettere di altezza pari ad un centimetro.
Clodius Macer, si fece proclamare imperatore in Africa dopo la morte di Nerone. Clodio per mostrare a Roma la sua potenza, trattenne alcune navi cariche di grano. Esempio eloquente che il bollo possa appartenere a Clodius Macer  è una  moneta  romana  dell’età  imperiale  ove  è  impressa  la scritta “L CLODI MACRI CARTHAGO SC”, (cfr. L. Mueller, Numismat. De l’anc. Afrique. Con la moneta descritta egli volle certamente far credere che il dominio suo si estendesse anche sulla Sicilia.
Al Museo Archeologico Regionale di Palermo “Antonino Salinas”, sono esposti n° 5 “pani” di piombo del periodo romano (inventario n° 1499/1503), della dimensione di circa: larghezza cm. 9, lunghezza cm. 44, altezza cm. 9, con bordi superiori arrotondati. I pani hanno impresso, nella parte superiore, nella parte sinistra, una una scritta “L. PLANI. L. F.”, che reca il nome del produttore, ove si legge: L (ucius), Plani, L (uci) F (ilius), ed nella parte destra un sigillo.
I pani rinvenuti a Cianciana appartengono alla gens dei Planii, provenienti dalla Spagna sudorientale; dalla distribuzione di altri lingotti dei Planii rinvenuti ad Agde (Francia), a Ripatransone (Ascoli Piceno), a Nuoro è possibile delineare l’itinerario di navigazione seguiti dal commercio del piombo spagnolo proveniente da Cartagena (Carthago Nova), lungo i porti della Mauretania, per poi passare in Sicilia e da qui verso Roma e il resto dell’Italia.
Sparito il Casale nel secolo XIV, in quanto l’ultimo toponimo del Casale Chincave si riscontra in data 18 ottobre 1302 quanto Bartolomeo di Brindisi riceve il feudo Chincana, il nome di Chincana rimase al feudo, traslato tale nome in Ciancianìa è rimasto così fino ai nostri giorni, nome usurpato poi da una delle contrade, quella dove oggi è ubicato il cimitero comunale.
E da questi nomi di Chincave, Chincana, Chancana, Ciancianìa, corruzioni dell’originario Cinciana dei Romani venne il nome alle due università di Cianciana, sia a quella sorta sotto i Ficarra sia a quella sorta sotto la dominazione degli Joppolo, che lasciato il nome di battesimo di S. Antonino prese quello della contrada su cui sorge: Cianciana.