Intervista ad Andrea Camilleri per presentare il prossimo volume, dedicato alla Sicilia, della Guida Touring allegata al quotidiano.
Camilleri tra le colline brulle. "Montalbano parte da Enna"
"Io prediligo il paesaggio umano, che è stato poco violentato dal cemento e dalla modernità"

La Sicilia che piace ad Andrea Camilleri è quella arida, brulla, terragna e poco ospitale. Perché?
«Tutto quello che riguarda la nostra cultura leggendaria non proviene dalle sponde dell´Isola, ma da quella Sicilia che guarda all´interno di se stessa. Ricordo che ci fu un grande scrittore inglese che decise di fare un viaggio in Sicilia con le corriere. Era un modo di viaggiare suggestivo, che ti permetteva di vedere i paesaggi e di conoscere le persone. Ma oggi è improponibile».
L´itinerario che lei suggerisce, dunque, è quello nel cuore isolano, che tanto piace al suo commissario?
«Certo, un viaggio che faccia a meno dei luoghi canonici, ossia Taormina, Palermo, e che comprenda le viscere della Sicilia. Al viaggiatore di oggi suggerisco di guardare il mare e servirsene come base per conoscere l´Isola più intima. Montalbano lo dice chiaramente: lui predilige la Sicilia riarsa, con le case a forma di cubo, messe lì in un equilibrio impossibile, le colline aride, brulle».
Da dove prendere le mosse?
«Da Enna, che di solito non è contemplata dai giri turistici, senza però trascurare i paesi limitrofi. Secondo Callimaco, Enna era l´ombelico della Sicilia. Federico II vi fece costruire una bellissima torre ottagonale, e lì si riuniva con quei poeti che avrebbero dato vita alla scuola poetica siciliana. E poi ci sono il Castello di Lombardia, la Rocca di Cerere, con la sua leggenda di morte e resurrezione, e il Lago di Pergusa. Ma va tenuto in considerazione anche il Castello chiaramontano di Mussomeli, oggi restaurato, che sembra sorgere direttamente dalla roccia».
Sono questi i luoghi descritti da Nino Savarese e da Francesco Lanza. Gli scrittori sono quindi il miglior viatico per scoprire la vera natura dell´Isola?
«Sì e no. Ad esempio le pagine di Goethe, che ormai hanno fatto il loro tempo. Il suo è stato un viaggio immaginario. Lui visitava i luoghi con un´idea preconcetta. Se guardava una cosa diversa, che non quadrava, la riadattava alla sua visione di fondo».
Ci sono poi i paesi che fanno da sfondo ai suoi romanzi storici, Porto Empedocle
, Cianciana, Raffadali?
«Si tratta di luoghi dove c´è uno splendido paesaggio umano, che io prediligo, e che tuttora è stato poco violentato dal cemento della modernità».

La Repubblica, 27.12.2004
Salvatore Ferlita