Nel 1766-77, fra Pietraperzia e Barrafranca si formò una banda che opererà in un vasto territorio della Sicilia centrale. Era guidata dal pietrino Antonino Di Blasi, detto Testalonga perché aveva "la testa più alta del campanile della parrocchia del suo paese. 

Le sue gesta furono conosciute e ammirate dall'arciprete di Cianciana Vincenzo Felice Sedita, che quando lo incontrò personalmente ne rimase folgorato. L'arciprete non seguì il suo eroe, però lo celebrò in versi innalzandolo in quell'Olimpo di briganti "considerati dalla loro gente eroi, campioni, vendicatori, combattenti per la giustizia', Il Sedita canta il Di Blasi come "sullevu di la bassa afflitta genti / omu sagaci di dda leggi amanti / chi la natura imprimi in ogni menti", come l'uomo che ricorda ai componenti della sua banda il rispetto della religione e dei luoghi sacri: "Nu' nun saremu cussì sciocchi ed empii / chi vulemu la fidi rinnigari" .


 L'arciprete forse non sapeva che il Testalonga nelle sue scorrerie si era spinto fino a Canicattì "ad assaltare il monastero delle benedettine". Secondo la leggenda, a salvare le monache intervenne "un vecchio venerando dalla lunga barba bianca", San Benedetto, che "impedì col pastorale l'entrata nella badia" al Testalonga e al suo seguito L'incarico di sterminare la banda fu assegnato al principe Giuseppe Lanza di Trabia che "piantò suo campo e corte di giustizia nella terra di Mussomeli, suo vassallaggio, al pari del principe della Cattolica, Bonanno, che la formò nella sua terra di Canicattì. Quella di Testalonga fu una feroce avventura dell'uomo contro l'uomo"; egli viene ricordato come "Robin Hood siciliano", ma, più che mite giustiziere, fu un contadino che le contingenze trasformarono in un vero briqante che mozzava le orecchie e il naso alle sue vittime e si diede alla macchia vivendo di estorsioni, di furti di mandrie, coperto dai notabili del luogo.


 Il frumento pietraperzese era di ottima qualità: frumento di collina, duro, di qualità asciutta. Poteva essere nascosto senza tante precauzioni e si prestava ai lunghi viaggi di esportazione dal caricatoio di Santa Lucia del Mela. I prezzi del grano a Pietraperzia nel Settecento furono mediamente più alti di quelli dei caricatori, crebbero più rapidamente, subirono rapidamente e con forti sbalzi gli effetti della crisi di produzione. In tale contesto, la ferocia sembrò al Di Blasi la scorciatoia per l'ascesa sociale, per il paese di Cuccagna. Fu impiccato, dopo essere stato tradito. Gli fu poi spiccata la testa. Non gli diedero il tempo di confessare in un pubblico giudizio i nomi dei suoi protettori.