teatro.png La Sicilia sbarca a Skopje in Macedonia per la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo con “Cianciana”. Tre giovani attori ci portano indietro di cinquant’anni tra lotte contadine, fame e soprusi, in una terra sempre uguale.

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Fuggire dal nulla. Cercare fortuna altrove. Abbandonare la propria terra e il proprio nome. Avere il coraggio degli esuli. Scegliere di narrare storie che non hanno solo il sapore dello scorso cinquantennio, ma il dolore quotidiano di chi nasce in Sicilia, baciato dal sole, ma fatalisticamente dominato dalla legge del non cambiamento.
 
Ecco cosa hanno scelto di raccontare nello spettacolo Cianciana i tre giovani attori siracusani, Marco Pisano, Eugenio Vaccaro e Angelo Abella, della compagnia Esiba teatro, che debutteranno il 3 settembre alla biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, a Skopje in Macedonia.
 

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La drammaturgia ispirata al romanzo Terra di rapina di Giuliana Saladino è un mosaico di frammenti di voci angosciate e spunti comici, è una composizione polifonica che accoglie stralci di testi burocratici e giornalistici degli anni 40, ma anche poesie di Ignazio Buttitta e canzoni di Rosa Balistrieri. Racconta la povertà e la fatica, la rabbia e l’impotenza delle lotte contadine degli anni 50, la ricerca di una possibilità di mutamento svanita nell’illegalità.
 
Allora, quando la fame divora tutto, corpi e pensieri, diventa rabbia e la rabbia violenza. Così Giuseppe Di Maria, ragazzo di Cianciana, rapisce il figlio di un ricco feudatario, cerca ciò che gli spetterebbe di diritto e si ritrova cucito addosso il ruolo del criminale. Non resta che dire addio, lasciarselo sussurrare dalle parole di una canzone, dalla straziante allegria di un brindisi, dalla nostalgia di un sapore.
 
Tutto in uno spettacolo capace di legare il passato al presente, di divertire e commuovere. Suscitare emozioni e riflessioni che dopo più di mezzo secolo, risultano ancora attuali. Trascinati dal talento di tre giovani attori che hanno presenza tenace sul palcoscenico e passione evidente. Quella stessa passione che li lega al teatro da anni e che fa nascere, all’interno dell’associazione culturale Esiba arte nel 2004, la compagnia Esiba teatro, che sceglie di affrontare nei propri spettacoli temi sociali, di interesse documentaristico e attuale.
 
Perché si può fare teatro civile senza essere noiosi, rendendo le storie di un luogo, storie di ogni luogo. Lontano dai riflettori del grande teatro ma capaci di essere sentinelle speciali, indagatori coraggiosi in grado di trasformare verità sommerse in narrazione scenica.