03/03/11: Non subì minacce ma sentì ordor di mafia. Così cambiò il progetto in corsa quando comprese che il suo investimento era a forte richio di infiltrazione mafiosa.

Il "re" della green economy siciliana, Totò Moncada, è stato sentito come testimone durante il processo ordinario scaturito dall’operazione antimafia “Minoa” che vede alla sbarra Giuseppe Terrasi, Gaspare Tutino e Paolo Miccichè di Cattolica Eraclea, mentre altri quattro imputati  - Domenico Terrasi, Damiano Marrella, Andrea Amodeo e Francesco Manno - sono stati condannati a pene severe con il rito abbreviato.

“Volevo realizzare un progetto – ha detto in aula l’imprenditore Moncada rispondendo alle domande del Pm della Dda Fernando Asaro – che prevedeva la costruzione di un parco eolico a Cattolica. Tramite il consigliere Giuseppe Giuffrida, che conoscevo, ho parlato con il sindaco di allora Nino Aquilino. Lo stesso Giuffrida mi fece conoscere Antonino Terrasi, intermediario (fratello del boss Domenico Terrasi, nda) che si occupò di contattare i proprietari dei terreni, già individuati nel mio progetto, nei quali avrei dovuto costruire il parco. Poi viene fuori una cosa strana, non riscontrata in altri progetti. “Erano cambiati nel frattempo i proprietari di alcuni terreni che erano stati acquisiti per usucapione. Dalle visure è spuntato fuori che uno dei proprietari dei terreni era lo stesso Antonino Terrasi che doveva fare da mediatore, altri erano Giuseppe Terrasi e Francesco Manno. Ho fatto presente la circostanza alla Prefettura e mi hanno detto che erano persone vicine ad ambienti mafiosi. A quel punto ho cambiato il progetto, riducendo il numero delle pale eliche ma aumentandone la potenza”.

Per la cronaca il progetto del parco eolico è andato in porto ed è già attivo, il Comune incasserà qualcosa come 100 mila euro all’anno. Moncada, interrogato dalla difesa -nel collegio difensivo gli avvocati Enrico Quattrocchi,  Ignazio Martorana, Santo Lucia, Maurizio Buggea e Carmelita Danile - ha aggiunto di “non aver ricevuto minacce”. Nel processo sono Parti civili il Comune di Cattolica Eraclea, la Provincia e la Regione siciliana con l’assistenza degli avvocati Pietro Amato e Salvatore Cusumano che già hanno ottenuto un primo risarcimento.

In aula anche l’imprenditore Giuseppe Catanzaro, numero uno di Confindustria agrigentina, che non è stato interrogato ma ha confermato per le vie brevi quanto già dichiarato in sede di indagini preliminari, lo stesso ha fatto l’imprenditore di Cattolica Eraclea Vincenzo Morello. Dovranno essere sentiti in dibattimento, tra gli altri numerosi testimoni, anche il sindaco di Cattolica Cosimo Piro, il fratello imprenditore Gaspare Piro e l’ex dirigente dell’Utc Paolo Sanzeri.

Un clima pesante comincia a respirarsi nell’aula del processo “Minoa”. La prossima udienza è fissata per il 29 marzo.

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