30/11/09: L'inchiesta della Direzione investigativa e distrettuale antimafia cosiddetta "Minoa". Le accuse nel dettaglio ai 6 indagati perche' presunti componenti del clan Terrasi a Cattolica Eraclea.
Gaspare Tutino e la sua impresa avrebbero partecipato alle attivita’ dell’associazione mafiosa di Cattolica Eraclea capeggiata da Domenico Terrasi, tra acquisizione di lavori e fornitura di materiali. Tutino sarebbe interlocutore privilegiato di Domenico Terrasi. E cosi’ anche Paolo Micciche’, come Tutino, sarebbe un altro riferimento particolare di Domenico Terrasi, presente agli incontri in un apposito capannone usato come base logistica della famiglia.
Secondo la Direzione investigativa antimafia, Paolo Micciche’ si impegna nell’acquisizione dei lavori svolti a Cattolica da ditte esterne, e partecipa con consapevolezza ed approvazione al rimprovero di Domenico Terrasi a Gaetano Sicurella, suocero di Paolo Sanzeri, capo dell’Ufficio tecnico comunale, colpevole di non essere stato capace ad aggiudicare alcuni appalti al gruppo Terrasi.
Francesco Manno e’ nipote di Domenico Terrasi e durante la detenzione di Terrasi avrebbe assunto un ruolo decisionale nelle dinamiche di Cosa nostra a Cattolica. Poi, insieme ad Antonino Terrasi, fratello di Domenico, si sarebbe impegnato, come mediatore, per la ricerca dei terreni dove e’ stato progettato l’insediamento di un impianto di energia eolica. Francesco Manno, insieme ad Andrea Amoddeo, genero di Terrasi, e suo nipote, Giuseppe Terrasi, acquista gli stessi terreni imponendone la vendita a tale Giuseppe Mannese. A carico di Damiano Marrella pesano le dichiarazioni di Luigi Putrone e Maurizio Di Gati, che lo indicano come affiliato alla famiglia mafiosa di Montallegro. Infatti, per i lavori della condotta ‘’Favara di Burgio ‘’ a Montallegro, Domenico Terrasi invita il figlio Giuseppe a rivolgersi a ‘’ Miano di Montallegro suo compare ‘’, e Miano e abbreviativo affettuoso di Damiano Marrella, che sarebbe intervenuto anche come paciere in alcune controversie locali tra pastori.
Marco Vinti e la sua impresa sarebbero stati a disposizione dell’associazione mafiosa, ed in particolare della famiglia Capizzi di Ribera, consentendo cosi’ a Cosa nostra di partecipare agli appalti piu’ fruttuosi, come il ‘’ Favara di Burgio ‘’. Ad esempio, Giuseppe Terrasi, non potendo ottenere il certificato antimafia, si sarebbe avvalso della ditta di Marco Vinti. Andrea Amoddeo e’ genero di Domenico Terrasi ed e’ fratello di Gaetano Amodeo, di Cattolica, gia’ condannato all’ergastolo al processo Akragas per l’omicidio Guazzelli e morto in carcere per cause naturali il 16 marzo del 2004. In alcune intercettazioni telefoniche Andrea Amoddeo e’ tramite di alcuni messaggi dal Canada, e dal clan Rizzuto, verso la famiglia Terrasi di cui lo stesso Amoddeo sarebbe stato a disposizione.