L’associazionismo è uno dei principi cardine del nostro ordinamento repubblicano ed è la carta Costituzionale a riconoscerne il più ampio diritto a tutti i cittadini.
Diritto, il cui riconoscimento ha avuto un ruolo significativo nell’Italia postfascista: il ritorno della libertà.
Il rapido evolversi della società ne ha quindi ampliato e stravolto le fondamenta. L’associazionismo è oggi considerato come base e modello di partecipazione alla res publica fino alle più spinte forme ginsborgiane di decisionismo.
Penso che l’attività associativa rappresenti una delle più importanti esperienze formative e di crescita morale, spirituale, culturale ed intellettuale in genere.
Questo non è il fine, ma solo il mezzo che consente la vera “vita activa”, fatta di sacrifici e di impegno concreto, di realizzazione e di tangibilità delle azioni.
Ciò premesso, penso che il proliferare delle associazioni a Cianciana sia da accogliere positivamente. In un piccolo Paese come il nostro ogni forma di impegno è una speranza per il futuro.
Tuttavia mi sono chiesta se e in che modo questo processo sia frutto dell’aggregazione di individui o delle divisioni “clandestine”, ed ancora se la pluripartecipazione non comporti un difetto di impegno.
Questa mia breve riflessione non vuol essere una critica distruttiva, quanto piuttosto uno spunto per migliorare e migliorarsi, in modo tale che l’Associazione non sia il solo contenitore vuoto di solisti.
Concludo mutuando il pensiero di uno dei più illustri padri della Costituzione: “state attenti o l’eccesso di democrazia può trasformarsi nel suo più grande difetto”.
Maria Giovanna Montalbano
Roma, 26.IX.2007