Come  già detto, la  prima  vera  ondata  migratoria  si  ebbe  tra  il  1958 e il  1971. Dai documenti  presenti  nell’ufficio  anagrafe  del  comune  di  Cianciana, si  calcola che in questi  13  anni   gli  emigrati  abbiano   raggiunto   una   cifra   pari  a   2454  unità,   cifra   abbastanza   rilevante   se  si  tiene  conto  delle modeste  dimensioni  del  Comune  ma, soprattutto,  se si tiene conto dell’emigrazione temporanea,  che non viene registrata se non  quando  si  trasforma  in permanente.

Quest’ ondata  migratoria  non  fu  altro  che  la  conseguenza della crisi economica che colpì Cianciana  tra  gli  anni  ’60  e  ’70  e  che  investi  i  due  settori   più    importanti dell’economia  ciancianese:

-   L’ agricoltura,  ancora   tendenzialmente   individualista   ed  arcaica,  caratteristiche che  rendono l’ agricoltore guardingo e diffidente  nei riguardi del prossimo, facendo venir  meno  così la mentalità cooperativistica, necessaria per lo sviluppo del  settore,  e  che  lo rendono poco propenso  ad  investire  capitali  sulla  sua   azienda  e  quindi ad  attuare  un  processo  di  modernizzazione  delle  strutture  basilari  della  stessa.

-   L’industria  estrattiva,  già  in  crisi  negli  anni  ’40-’50; crisi che portò ad  un piano di smobilitazione decretato nel 1959 dall’Assessorato dell’Industria e del Commercio della Regione Sicilia  e  che  culminò con  la  chiusura delle  ultime  miniere  di zolfo nel  1962.

Va  distinta  l’emigrazione  interna  dall’ emigrazione  estera. Quella  interna era diretta generalmente verso le regioni del Nord- Italia (Piemonte,Lombardia e Emilia - Romagna), mentre  l’ emigrazione  estera  aveva  come    meta   verso  U.S.A.,  Canada,  Australia, Argentina, Venezuela  e  Sudafrica, quindi transoceanica, oppure verso Francia, Belgio, Germania,  Inghilterra  e  Svizzera,  quindi  transalpina.

Coloro i quali optarono per le regioni del  Nord- Italia cambiarono completamente vita lavorativa,  lasciandosi alle spalle  sia il lavoro all’interno delle miniere che quello dei campi,  preferendo  così lavorare  nelle  numerose fabbriche,  che andavano  nascendo in  quelle   regioni   che   avevano  saputo   sfruttare   al   meglio  i   finanziamenti  del “piano  Marshall”. Gli  emigranti  che,  invece,  optarono  per  un  tipo di  emigrazione estera , quindi  transoceanica  o  transalpina, mostrarono  l’intenzione  di   continuare l’attività   lavorativa  che   svolgevano  a   Cianciana,  quindi  minatore,   bracciante  o manovale  anche  se  spesso  per  avere molte più opportunità di lavoro l’emigrante era propenso  a  cambiare   qualifica.                                                                                                                     

        

Rive de Gier per la Francia, Hoddesdone per   l’Inghilterra, Saarbrucken  per  la Germania,  il canton-ticino per la  Svizzera,  Bruxelles,  Wames  e   Charleroi  per  il Belgio, l’Ohio per gli U.S.A., Montreal e Toronto per il Canada, Melbourne e Adelaide per l’Australia,  Rosario per l’Argentina, Caracas per il Venezuela e  Johannesburg per  il  Sudafrica: queste  sono  le  città  in  cui  oggi  esistono  tante  piccole Cianciana.

 

TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI EMIGRATI (1)  1958-1970

   

 

ANNO

POPOLAZIONE

EMIG. INTERNA

EMIG. ESTERA

1958

8177

124

-

1959

8160

174

-

1960

8148

158

-

1961

8102

8

-

1962

8129

179

4

1963

8115

206

6

1964

7838

177

5

1965

7895

110

25

1966

7860

139

20

1967

7760

182

45

1968

7630

23

199

1969

6992

142

292

1970

6872

134

103

                  

                                                                                

PAESE

ANNO

 U.S.A. 

CAN.

 

AUSTR.

 

ARG.

 

VENEZ

 

S.AFR.

 

FRA.

 

BEL

 

GERM.

 

INGHILT.

 SVIZZ. TOT.

 

19621--1-----114
1963--4---11---6
1964--5--------5
1965--9-1-7314-25
1966--1---92-8-20
1967-    23---714217-45
19682254142-3187376-199
1969628174-475681773-292
1970----131323261-103
1971----2-148937-70
TOT.2984537410144126342771768
                    
  

 

(1)   - Emigrazione permanente (ufficio anagrafe del comune di Cianciana)

  

Per  quanto  riguarda  le categorie  degli  emigranti  non è facilmente accertabile perché molti prima della partenza effettuavano il cambiamento  di  qualifica  per  poter  più facilmente trovare lavoro nelle zone di immigrazione. Comunque si può asserire che  la maggior  parte  degli  emigranti  era  costituita  da  addetti  all’agricoltura,  contadini  e braccianti,  e  da  minatori  specialmente  dopo  la  chiusura  delle  miniere.

Soltanto  una  bassa  percentuale  dell’emigrazione  si  svolgeva  tramite  Ministero del Lavoro e gli organi periferici di esso (Ufficio del Lavoro  e Ufficio di Collocamento); infatti la stragrande maggioranza raggiungeva  di  propria iniziativa e a proprie spese il paese di destinazione, con  semplice  visto  della Questura sulla carta d’identità e con la fittizia qualifica di turisti. Ad  attenderli  c’erano parenti  o  amici che si impegnavano a trovare  loro  un  alloggio  ma  soprattutto un  lavoro. Fatto  ciò  il  datore  di  lavoro  rilasciava  all’ emigrato  un  certificato   dell’avvenuto contratto di lavoro,  verificato il  quale  il Console Italiano  si  interessava  d’ufficio  al rilascio  del  passaporto.

Contratto,  passaporto e  iscrizione presso l’Ufficio  del Lavoro del paese che lo aveva “adottato”  garantivano  la regolarità  della  permanenza  del  lavoratore,  trasformando l’emigrazione in definitiva, o  per meglio dire permanente, emigrazione che culminava con  il  richiamo  del  proprio  nucleo  familiare.

 

 

La modernizzazione parassitaria: il caso Cianciana. Tesi di laurea di: Marcello Martorana. Anno accademico 2002-2003