Il fenomeno dell’emigrazione ha interessato, nel corso dei millenni, spostamenti di intere popolazioni, spinte dall’esigenza di migliori pascoli per le greggi, di zone agricole più fertili o di condizioni climatiche più favorevoli.
Durante il XIX- XX sec. la Sicilia, la provincia di Agrigento e Cianciana in particolare hanno vissuto questa esperienza essendosi verificato, nella maggior parte dei comuni siciliani un fenomeno migratorio, sia interno che estero, molto consistente.
In passato l’emigrazione veniva esaltata come un fatto benefico e provvidenziale e non come un male da evitare o per lo meno da limitare e contenere; basta ricordare la teoria di Stuart Mill secondo la quale l’emigrazione fosse vantaggiosa, oltre per il paese di arrivo, anche per quello di partenza;
1- Le forze degli emigrati se rimaste in patria non avrebbero potuto esprimere le proprie potenzialità per mancanze di capitali;
2- Gli emigrati, se rimasti in patria, avrebbero creato un’aspra concorrenza nel mercato del lavoro causando un ribasso dei salari e quindi penalizzando pesantemente l’economia di un’intera nazione generando a sua volta immobilità e regresso.
3- L’emigrazione attenua gli attriti, che necessariamente crescerebbero se all’aumentare della popolazione e dei bisogni non corrispondesse l’aumento della ricchezza; senza il suo funzionamento aumenterebbero furti, delitti, prostituzione, tumulti.
4-Gli emigrati mandano o portano in patria i propri risparmi facendo aumentare gli investimenti nel paese di origine.
5- L’emigrazione favorisce il potenziamento dei mezzi di trasporto nazionale contribuendo al mantenimento e allo sviluppo della marina e della ferrovia.
Contrariamente a prima, l’emigrazione non viene esaltata ma si è portati a considerarla come un grande dramma individuale e collettivo, fenomeno che causa la fuoriuscita di capitale (umano e patrimoniale) dal contesto sociale di appartenenza, e fenomeno che, convogliando principalmente la parte più attiva della popolazione - giovani che hanno un’età compresa tra i 18-40 anni - provoca un conseguente invecchiamento della stessa, provocando degli effetti depressivi sulle componenti produttive.
Per quel che concerne Cianciana, anche se una prima ondata migratoria si ebbe intorno al 1910, quando molti piccoli proprietari terrieri, coloni e braccianti agricoli cercarono condizioni di vita migliori oltreoceano, l’emigrazione vera e propria ha avuto inizio tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, attenuandosi negli anni ’70, per poi riprendere con maggiore intensità alla fine degli anni ’80.
Prima ondata migratoria (1958-1971)
Come già detto, la prima vera ondata migratoria si ebbe tra il 1958 e il 1971. Dai documenti presenti nell’ufficio anagrafe del comune di Cianciana, si calcola che in questi 13 anni gli emigrati abbiano raggiunto una cifra pari a 2454 unità, cifra abbastanza rilevante se si tiene conto delle modeste dimensioni del Comune ma, soprattutto, se si tiene conto dell’emigrazione temporanea, che non viene registrata se non quando si trasforma in permanente.
Quest’ ondata migratoria non fu altro che la conseguenza della crisi economica che colpì Cianciana tra gli anni ’60 e ’70 e che investi i due settori più importanti dell’economia ciancianese:
- L’ agricoltura, ancora tendenzialmente individualista ed arcaica, caratteristiche che rendono l’agricoltore guardingo e diffidente nei riguardi del prossimo, facendo venir meno così la mentalità cooperativistica, necessaria per lo sviluppo del settore, e che lo rendono poco propenso ad investire capitali sulla sua azienda e quindi ad attuare un processo di modernizzazione delle strutture basilari della stessa.
- L’industria estrattiva, già in crisi negli anni ’40-’50; crisi che portò ad un piano di smobilitazione decretato nel 1959 dall’Assessorato dell’Industria e del Commercio della Regione Sicilia e che culminò con la chiusura delle ultime miniere di zolfo nel 1962.
Va distinta l’emigrazione interna dall’ emigrazione estera. Quella interna era diretta generalmente verso le regioni del Nord- Italia (Piemonte, Lombardia e Emilia - Romagna), mentre l’emigrazione estera aveva come meta verso U.S.A., Canada, Australia, Argentina, Venezuela e Sudafrica, quindi transoceanica, oppure verso Francia, Belgio, Germania, Inghilterra e Svizzera, quindi transalpina.
Coloro i quali optarono per le regioni del Nord- Italia cambiarono completamente vita lavorativa, lasciandosi alle spalle sia il lavoro all’interno delle miniere che quello dei campi, preferendo così lavorare nelle numerose fabbriche, che andavano nascendo in quelle regioni che avevano saputo sfruttare al meglio i finanziamenti del “piano Marshall”. Gli emigranti che, invece, optarono per un tipo di emigrazione estera, quindi transoceanica o transalpina, mostrarono l’intenzione di continuare l’attività lavorativa che svolgevano a Cianciana, quindi minatore, bracciante o manovale anche se spesso per avere molte più opportunità di lavoro l’emigrante era propenso a cambiare qualifica.
Rive de Gier per la Francia, Hoddesdone per l’Inghilterra, Saarbrucken per la Germania, il canton-ticino per la Svizzera, Bruxelles, Wames e Charleroi per il Belgio, l’Ohio per gli U.S.A., Montreal e Toronto per il Canada, Melbourne e Adelaide per l’Australia, Rosario per l’Argentina, Caracas per il Venezuela e Johannesburg per il Sudafrica: queste sono le città in cui oggi esistono tante piccole Cianciana.
TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI EMIGRATI (1) 1958-1970
ANNO | POPOLAZIONE | EMIG. INTERNA | EMIG. ESTERA |
1958 | 8177 | 124 | - |
1959 | 8160 | 174 | - |
1960 | 8148 | 158 | - |
1961 | 8102 | 8 | - |
1962 | 8129 | 179 | 4 |
1963 | 8115 | 206 | 6 |
1964 | 7838 | 177 | 5 |
1965 | 7895 | 110 | 25 |
1966 | 7860 | 139 | 20 |
1967 | 7760 | 182 | 45 |
1968 | 7630 | 23 | 199 |
1969 | 6992 | 142 | 292 |
1970 | 6872 | 134 | 103 |
TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI EMIGRATI ALL’ESTEROCANCELLATI DALL’UFFICIO ANAGRAFE 1962-1971
PAESEANNO | U. S. A. | C A N A D A | A U S T R A L I A | A R G E N T I N A | V E N E Z U E L E | S. A F R I C A | F R A N C I A | B E L G I O | G E R M A N I A | I N G H I L T E R. | S V I Z Z. | T O T. | ||||||
1962 | 1 | - | - | 1 | - | - | - | - | - | 1 | 1 | 4 |
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1963 | - | - | 4 | - | - | - | 1 | 1 | - | - | - | 6 |
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1964 | - | - | 5 | - | - | - | - | - | - | - | - | 5 |
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1965 | - | - | 9 | - | 1 | - | 7 | 3 | 1 | 4 | - | 25 |
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1966 | - | - | 1 | - | - | - | 9 | 2 | - | 8 | - | 20 |
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1967 | - | 2 | 3 | - | - | - | 7 | 14 | 2 | 17 | - | 45 |
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1968 | 22 | 54 | 14 | 2 | - | 3 | 18 | 7 | 3 | 76 | - | 199 |
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1969 | 6 | 28 | 17 | 4 | - | 4 | 75 | 68 | 17 | 73 | - | 292 |
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1970 | - | - | - | - | 1 | 3 | 13 | 23 | 2 | 61 | - | 103 |
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1971 | - | - | - | - | 2 | - | 14 | 8 | 9 | 37 | - | 70 |
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TOT. | 29 | 84 | 53 | 7 | 4 | 10 | 144 | 126 | 34 | 277 | 1 | 768 |
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(1) - Emigrazione permanente (ufficio anagrafe del comune di Cianciana)
Per quanto riguarda le categorie degli emigranti non è facilmente accertabile perché molti prima della partenza effettuavano il cambiamento di qualifica per poter più facilmente trovare lavoro nelle zone di immigrazione. Comunque si può asserire che la maggior parte degli emigranti era costituita da addetti all’agricoltura, contadini e braccianti, e da minatori specialmente dopo la chiusura delle miniere.
Soltanto una bassa percentuale dell’emigrazione si svolgeva tramite Ministero del Lavoro e gli organi periferici di esso (Ufficio del Lavoro e Ufficio di Collocamento); infatti la stragrande maggioranza raggiungeva di propria iniziativa e a proprie spese il paese di destinazione, con semplice visto della Questura sulla carta d’identità e con la fittizia qualifica di turisti. Ad attenderli c’erano parenti o amici che si impegnavano a trovare loro un alloggio ma soprattutto un lavoro. Fatto ciò il datore di lavoro rilasciava all’ emigrato un certificato dell’avvenuto contratto di lavoro, verificato il quale il Console Italiano si interessava d’ufficio al rilascio del passaporto.
Contratto, passaporto e iscrizione presso l’Ufficio del Lavoro del paese che lo aveva “adottato” garantivano la regolarità della permanenza del lavoratore, trasformando l’emigrazione in definitiva, o per meglio dire permanente, emigrazione che culminava con il richiamo del proprio nucleo familiare.
La modernizzazione parassitaria: il caso Cianciana. Tesi di laurea di: Marcello Martorana. Anno accademico 2002-2003