Oggi, la città nuova, pensata e costruita a carattere tendenzialmente monofunzionale, pone il problema della sua identificazione urbana.

In essa le parti che la compongono stentano infatti a trovare una collocazione chiara, né danno luogo a spazi, anche embrionali di aggregazione esterna, né tantomeno offrono punti di riferimento o nodi significativi. Nella città attuale pochissimi sono gli elementi in gioco, i lotti simili, vie subordinate ai lotti. Il fenomeno investe il complesso del sistema urbano.

 

Se si riflette sui perchè della mancanza di tali elementi di identificazione si scopre che essi possono essere pressoché tutti ricondotti all'assenza di quelle complessità di forma, di immagini e di funzioni che si riconosce viceversa nella città antica e che sono il risultato di un lungo e travagliato processo storico in cui la complessità degli elementi facenti parte del sistema: le architetture della residenza, quelle monumentali, le pubbliche, le private, i luoghi del commercio, gli spazi aperti, tutti interagiscono in equilibrio. Si pone l'accento sulla esigenza, quindi, di una riorganizzazione sul territorio di gerarchie spaziali e funzionali tra parti del territorio stesse, tra questa e la città intera.

 

Il sistema urbano, infatti, è un organismo vitale in cui l'organizzazione delle varie parti risponde a precisi meccanismi di causa ed effetto e di rapporti gerarchici.

 

La città nuova, cresciuta con l'organizzazione dettata dalla vecchia pianificazione, risponde alle esigenze scaturite da una sempre cresciuta domanda di alloggi che sul finire degli anni settanta, anche per le mutate esigenze del vivere quotidiano, si andarono facendo strada nei cittadini.

 Ciò avvenne tuttavia perdendo di vista taluni fondamentali elementi che per secoli avevano informato la crescita urbana.

In un solo ventennio una porzione di territorio quasi pari, per estensione, a quello occupato dalla città antica, a sud-est di questa, è stato regolarmente edificato secondo densità assai elevate.

 Cosiché, fu negato il sistema a "cardi e decumani" della maglia urbana suggerita, questa, dall'asse eliotermico lungo il quale si articola il "cardo" principale, la "chiazza". 

Ignorati i riferimenti evocati dalle emergenze urbane, il sistema delle croci e quello dei poli. Il pretesto formale e la generatrice divenne l'asse della statale per Agrigento che dopo l'attraversamento della città antica, ne contraddice però l'impianto per un assetto di semplice esigenza tecnico funzionale.

 Le due parti della città, la vecchia e la nuova, trovano connessione fisica così solo lungo la direttrice della statale, per sua natura casuale, e che ha così accentuato lo squilibrio tra le due porzioni, che si è andato via via aggravando man mano che nuove addizioni si sono venute assommando alla città nuova con il sempre maggiore allontanamento dal centro.

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Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana.  Storia di una città di nuova fondazione", Anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, Che non coincidono con la data ufficiale di fondazione, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro Tratta dell'archeologia dell'architettura, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex Rete Ferroviaria.

Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.