Dal 1852 si verificò un costante aumento di popolazione dovuto al consolidarsi della produzione mineraria la quale consentì, oltre ad un discreto sviluppo economico e sociale, anche la realizzazione di importanti servizi di tipo collettivo, quali l'acquedotto nel 1902 e la rete fognante nel 1914, difficilmente riscontrabili in altri nuclei coevi. Si creò nell’anno 1854 il piano dinanzi la Chiesa Madre, sotto l’impulso dell’allora Sindaco Dr. Francesco Carbone.

Il Vito Amico, nel suo dizionario, riporta per l’anno 1855 n° 2874 abitanti.

 

Fu questo il periodo che verosimilmente conobbe il massimo espandersi della città, il cui disegno non dovette essere molto dissimile da quello dello attuale centro storico.

 

La disposizione della maglia urbana lungo i meridiani e i paralleli fece sì che potesse verificarsi un interessante gioco di emergenze (architettoniche e urbanistiche), proprio ai quattro poli della città.

 

La maglia urbana si dirama simmetricamente, verso est ed ovest, dall'antica trazzera regia congiungente Palermo con Agrigento.

 

Nel punto di attraversamento del centro abitato, anzi del "centro storico" di Cianciana, la trazzera prende il nome di Salita Regina Elena.

 

Ortogonalmente ad essa, anch'esso generatore di simmetria, della maglia urbana, l'attuale corso Vittorio Emanuele costituisce quel sistema del cardo e decumanus, ordinatori dell'impianto seicentesco della città.

 

I suoi margini erano segnati dall'antico luogo di culto del Calvario a nord; dal palazzo Joppolo, il quale ad ovest, concludeva la città insieme alla Matrice, dalla chiesa del Carmine, posta sulla stessa direttrice ma ad est; dall'antico bevaio circolare posto a sud nel punto più basso della salita Regina Elena, lo Stagnone quasi a delimitare l'antico centro abitato, e a rappresentare luogo di partenza per la campagna.

 

Oltre alla edificazione delle nuove emergenze architettoniche, voluta dalla borghesia imprenditoriale, si assistette ad un notevole cambiamento della tipologia delle abitazioni. Infatti queste inizialmente quasi tutte terrane furono sopraelevate.

 

Così grazie al relativo benessere subentrato nella seconda metà del secolo XIX, gli abitanti di Cianciana furono tra i primi del distretto a separare il luogo di abitazione dalla stalla. Quasi tutte le abitazioni divennero soprane, con una o più elevazioni.

 

Si assiste al restringimento, con brutta abitudine, delle larghe strade interne comunali.

 

Si sconvolse così l'equilibrio mantenutosi intatto grazie alla cristallizzazione dell'attività edilizia, dovuta al fatto che, come precedentemente visto, il signore, constatati gli scarsi proventi per le esiguità del territorio feudale e per il suo isolamento, e quindi il quasi fallimento della colonia agricola, aveva esteso le tasse a prodotti in genere esentati, quali appunto i materiali da costruzione, cosicché pur esistendo in contrada Millaga una buona cava di pietra, l'espansione urbana, tanto in senso orizzontale che verticale rimase, sino alla prima metà dell'Ottocento, fissata nella forma data al centro dalla pianificazione urbana feudale del 1647.

 

Articolo tratto dal libro: "Sant'Antonino di Cianciana.  Storia di una città di nuova fondazione", Anno 2007, scritto dall'Arch. Paolo Sanzeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Breve descrizione dell'opera: Il libro si occupa di descrivere Cianciana fin dalle sue origini, Che non coincidono con la data ufficiale di fondazione, ma inizia dall'età del bronzo fino ai primi del '900. Inoltre il libro Tratta dell'archeologia dell'architettura, dell'urbanistica, dell'arte, dell'ambiente e di altri temi inerenti il territorio comunale, in particolare del fiume Platani e della ex Rete Ferroviaria.

Il libro è disponibile presso il bookshop del Museo Civico.