Ventiquattro consigli comunali hanno già votato la rescissione del contratto con “Girgenti acque”.
21/02/09. A grandi passi verso la chiusura di ogni rapporto con Girgenti acque.
Ventiquattro consigli comunali della provincia di Agrigento riunitisi venerdì sera in contemporanea, tutti a partire dalle 19, hanno infatti deliberato la rescissione del contratto con Girgenti acque, la società che si è aggiudicata nell’agrigentino la gestione del servizio idrico, finita sotto accusa per disservizi, carenza di personale e di mezzi, turni di erogazione lunghissimi e da ultimo bollette inspiegabilmente super maggiorate.
I consigli di Palma di Montechiaro, Favara e Calamonaci si riuniranno invece questa sera, sabato 21.
I 24 consigli comunali che hanno detto no alla privatizzazione del’acqua sono:Licata, Camastra, Racalmuto, Realmonte, Montallegro, Ioppolo Giancaxio, Raffadali, S.Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Alessandria della Rocca, Cianciana, Bivona, S.Stefano Quisquina, Cammarata, San Giovanni Gemini, Ribera, Lucca Sicula, Burgio, Sciacca, Sambuca di Sicilia, S.Margherita Belice, Montevago, Menfi, e Villafranca Sicula.
In controtendenza solo il consiglio comunale di Castrofilippo, che ha non ha approvato il documento redatto dai sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua.
Mentre il consiglio comunale di Agrigento, per contrasti sorti sul documento da approvare, tornerà a riunirsi il prossimo 3 marzo.
La rescissione del contratto con “Girgenti acque” dovrà ora essere ratificata dall’assemblea dell’Ato Idrico.
L’esito dovrebbe essere scontato, considerato che i sindaci e le amministrazioni comunali contrari alla privatizzazione del servizio idrico, dovrebbero avere la maggioranza in seno all’assemblea dell’Ato idrico, che ha come presidente Eugenio D’Orsi.
Sabato, poi, manifestazione ad Agrigento con la presenza di sindaci provenienti da ogni parte della Sicilia.
La rivolta dei sindaci agrigentini contro la privatizzazione dell’acqua rischia di estendersi e di contagiare tutta l’Isola.
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